Come proteggere la Casa Generalizia dalle accuse rivolte a suoi membri

La percezione maturata nei riguardi degli enti religiosi (in seguito alla risonanza mediatica di inchieste come quella del Boston Globe e di Frédéric Martel) porta alcune persone a pretendere risarcimenti importanti, ma infondati, per fatti illeciti asseritamente commessi da qualche membro dell’ente religioso. Altre volte, purtroppo, le denunce sono fondate. E spesso le richieste di risarcimento sono dirette alla Casa Generalizia delle Congregazioni, anche per i reati commessi all’estero, perché queste hanno un patrimonio con cui pagare i risarcimenti, a differenza dei fratelli e delle sorelle colpiti dalle accuse, che spesso posseggono poco o nulla.

La legge italiana stabilisce che un ente può essere sanzionato insieme all’autore materiale del reato, se il reato è commesso nell’interesse e a vantaggio dell’ente, per esempio se i religiosi nascondono i fatti e depistano le indagini, ostacolando la giustizia per proteggere la Congregazione e i suoi membri; ma vi è responsabilità anche se la Congregazione omette di organizzare sistemi di prevenzione delle condotte illecite, ad esempio predisponendo un Modello di Organizzazione e Gestione dei rischi di commissione di determinati reati, che va redatto conformemente a norme specifiche.

Un caso pratico gestito da Dikaios

La Casa Generalizia di una Congregazione riceve una richiesta di risarcimento dei danni per presunti abusi sessuali commessi da un confratello in danno di un minore nell’anno 2015 negli USA, minacciando di rendere pubblica la vicenda. Il Superiore ci chiede di gestire la crisi.

La prima cosa che facciamo è verificare che la Casa Generalizia, con sede a Roma, abbia adottato un Modello di Organizzazione e Gestione (MOG) ai sensi della legge italiana: purtroppo la Congregazione è scoperta e dobbiamo affrontare il caso con una strategia di gestione dei conflitti e della comunicazione istituzionale; altrimenti avremmo potuto invocare la causa esimente della responsabilità della Congregazione, dimostrando l’esistenza di un sistema di organizzazione e di controllo che garantissero la protezione del minore e la tutela della giustizia.

Allora avremmo potuto evitare la possibilità di chiamare in causa la Congregazione e la Casa Generalizia, limitando l’azione nei confronti del solo confratello asserito responsabile – che avremmo potuto difendere più facilmente e, soprattutto, da cui sarebbe difficile che soggetti in malafede provino a lucrare. Inoltre, un MOG consente di impostare il dialogo con gli avvocati che difendono le vittime (o le presunte vittime) già in fase di trattativa negoziale, per trovare un accordo amichevole.

La Casa Generalizia in questione ha compreso l’importanza di predisporre un MOG troppo tardi, ma oggi l’ha implementato formalmente e potrà gestire più efficacemente gli eventuali rischi futuri.

I vantaggi del MOG

Il vantaggio primario del MOG è la possibilità di costituire prima facie una prova a vantaggio della Congregazione in un’eventuale azione penale: dimostrando l’estraneità dell’ente dai fatti. Inoltre, una Congregazione priva di MOG può incorrere in sanzioni interdittive, come la revoca di licenze o di autorizzazioni, per es., in ambito sanitario; ma può anche essere destinataria di sanzioni pecuniarie che possono mettere in crisi il bilancio della Congregazione (come per esempio quelle previste per la mancata ottemperanza alle disposizioni del GDPR); e, comunque, può subire gli effetti della pubblicazione di una sentenza di condanna, con danno alla reputazione e alla sacralità del carisma.

Se non avete ancora adottato un MOG, vi consigliamo di predisporne uno quanto prima, per evitare le conseguenze spiacevoli della mancata protezione del vostro ente ecclesiastico.

Contattateci alla casella info@dikaios.international o chiamateci +39 06 3671 2232, saremo ben lieti di assistervi nella stesura e nell’adozione di un MOG specifico per le esigenze della vostra congregazione.